lunedì 5 ottobre 2009

Dal Filato al tessuto

II filato viene lavorato in modi diversi a seconda dell'uso cui è destinato il tessuto. Generalmente la biancheria è di maglia in quanto deve essere aderente e deve permettere, nello stesso tempo, tutti i movimenti del corpo. I fazzoletti e la tela da lenzuolo, che devono mantenere la forma e le dimensioni, sono invece tessuti. La maggior parte dei tessuti si ottiene quindi o per tessitura o per lavorazione a maglia, ma alcuni altri, come il merletto, il feltro eccetera, non vengono sottoposti ad alcuno di questi due processi.

Fino alla fine del xvm secolo si lavorava su telai a mano, ma quando, nel 1785, Edmund Cartwright inventò il primo telaio a motore, la tessitura passò fra i processi meccanici.

Lo scopo della tessitura ò quello di formare una struttura forte e compatta di fili di ordito e di trama intrecciati fra di loro. L'ordito percorre il tessuto nel senso della lunghezza, la trama invece lo percorre in senso trasversale. Per comprendere questo processo immaginiamo di numerare tutti i fili dell'ordito. Dapprima i numeri dispari vengono sollevati rispetto ai numeri pari e i fili della trama passano tra un filo e l'altro dell'ordito, al di sotto dei numeri dispari e al di sopra dei pari. In un secondo momento si sollevano i numeri pari e si abbassano i dispari, e di nuovo i fili della trama passano tra gli uni e gli altri. A questo punto, passando la trama sotto i numeri pari e sopra i dispari, comincia a delinearsi una intelaiatura compatta. Il tessuto crescerà in lunghezza ripetendo piú e piú volte il procedimento.

Passando attraverso il telaio i fili dell'ordito sono sottoposti allo sforzo molto piú di quelli della trama, per cui sono di solito preparati in modo da essere piú forti: vengono cosí spesso preventivamente imbozzimati, le fibre vengono cioè ricoperte da un solido rivestimento che le protegge dagli effetti dello sfregamento al passaggio fra i cappi dei licci (vedi schema).

Un tessuto lavorato a maglia è piú elastico di quelli provenienti da una vera tessitura perché è composto di fili a cappio (maglia) ognuno dei quali è legato al pre- cedente. I tessuti a maglia, per quanto elastici possano essere, presentano però sempre un grave svantaggio: basta che si rompa una maglia perché si sfilino tutte le altre che dipendono da quella; inconveniente questo molto facile a prodursi nelle sottili calze da donna, siano esse di seta o di nylon. Le sfilatone si possono prevenire intrecciando un secondo filo che lega le maglie fra di loro, ma in questo caso il tessuto risulta meno liscio e morbido.

Nella fabbricazione del merletto, come dimostra l'annessa figura, i fili di ordito sono disposti in strati. Intorno a essi si attorcono i fili di trama che passano da una parte all'altra dello strato. Questa ritorcitura dei fili di trama corrisponde al movimento in su e in giú degli orditi nella tessitura.

Molti sono i sistemi per ottenere fibre non tessute. Il feltro, ad esempio, non si ricava dal filato, ma direttamente dalla fibra: si strofina, mantenendolo caldo e umido, uno spesso strato di fibre di lana; in questo modo le scaglie di chitina che coprono le fibre di lana (p. 188) si uniscono alle scaglie delle fibre vicine.

Naturalmente lo strato di lana si accorcia e si restringe, ma diventa pili spesso; il feltro deve la sua particolare resistenza proprio all'intreccio delle scaglie. Un altro tipo di feltro si ottiene dalla unione di strati di cotone o di altre fibre simili con fibre acetate che si sciolgono a temperatura piuttosto bassa. Quando viene raggiunta la temperatura voluta e si procede alla compressione, le fibre acetate si sciolgono e legano fra di loro le altre fibre. Un altro metodo è quello di disporre uno strato adesivo fra due strati di fibre, e quindi comprimere a caldo. I tessuti cosí ottenuti sono morbidi, assorbenti e resistenti alla lavatura.

www.compagniadelcashmere.com

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